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C'è una donna che infesta le vie del paese, con i poteri di una magara e la forza distruttiva della tempesta di acqua e vento che viene a capo di verno. Una che si capisce subito che è meglio starci lontano, una strega, coi capelli rizzi e niuri come scursuna nturciuniati, sensuale e altera con occhi ramarri che visitano in sogno. La Dragunera cammina annaccata sui tacchi fra le basole delle viuzze, il seno che pare disegnato sotto la vestina stretta, il volto senza vergogna e senza paura. Paolo Rizzuto, che da sempre si spacca la schiena nelle vigne di famiglia, la odia e la desidera con pari ferocia, anche se è la moglie del fratello. Cerca di togliersela dalla testa, di far uscire la fattura che sicuro gli ha lanciato, ma quella gli si è incollata e lo tormenta. Nemmeno Rosa, la Sciandra, tra le cui braccia tanto a lungo si è rifugiato, riesce a guarirlo. Rosa che farebbe di tutto per tornare nella sua casa di bambina, quando volava tra le braccia di suo padre e cantava su un terrazzino profumato di basilico. Ma che tornare non può perché la casa è in rovina e lei per sopravvivere è diventata la puttana del paese, anche se il suo cuore l'ha donato a Paolo. Ma che fa una puttana, quando si innamora? Narratrice visionaria e sanguigna, Linda Barbarino fa rivivere una Sicilia ruvida e intensa, abitata da superstizioni che incombono su personaggi dolcissimi e brutali, che hanno labbra vermiglie e unghie sporche di terra. Canta di una famiglia a un passo dalla fine, travolta da voracità e invidia. E di due donne agli antipodi, ma dal destino ugualmente segnato dal pregiudizio del paese, la crudele magara e la prostituta innamorata.